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Una tempistica tutta mia.



Lo avevo contattato in chat perché mi piaceva molto, per quale altre motivo se no?
Era giovane, magro, maschile, prestante, atletico, tutto quello che non ero io insomma.
Non ricordo minimamente come si chiamasse. Se ne andrà a vivere a Berlino, per cui sceglierò un nome teutonico, Peter, da pronunciare con la e dunque, non con la i.
Peter aveva risposto subito ai miei messaggi e si era lasciato corteggiare tirandola un po' per le lunghe, ma dopo una decina di giorni che chattavamo mi aveva detto che mi avrebbe fatto visita sabato mattina.
Io non ci avevo davvero creduto e non contavo minimamente in quella sua visita.

Quel sabato mattina mi ero messo a pulire casa. Come dai tempi dell'infanzia, quando il sabato pensavo alla mia igiene personale, lo stesso facevo con la casa. Pulito il bagno, lettiera di Cirillo compresa, pulita la camera da letto e la cucina, risistemata la camera da pranzo che era anche il mio studio. Avevo iniziato presto e alle 10.00 ero fresco di doccia e pronto a scrivere alcune recensioni (ricordate? Ero sempre in ritardo).
Ho appena acceso il pc, senza nemmeno avere ancora aperto word, quando ricevo un messaggio sulla chat.
E' Peter che mi chiede l'indirizzo e per che ora voglio che sia da me...
Io ci metto un attimo a realizzare.
Di solito quando qualcuno decide di visitarmi o casa è sporca o sono sporco io, invece quella mattina è tutto miracolosamente a posto e non mi costa niente dirgli di raggiungermi anche subito. 
Si presenta dopo nemmeno mezz'ora, guarda casa, critica la presenza dei troppi libri, mi sconsiglia di indossare il pantalone al punto vita che divide la pancia a metà.
Mi spiega come noi orsi dobbiamo vestirci, dà per scontato che sia un neofita della categoria. Non protesto perché in effetti lo sono. Mi consiglia di portare il pantalone sotto la pancia. Miracolosamente il pantalone tiene e non cala.
Peter non è prodigo di baci, preferisce subito passare al sodo.
Me lo prende in bocca subito, non vuole che lo ricambi, mi dice che preferisce dedicarsi completamente a me.
Peter è moro, minuto, magro e tonico ma non da palestra, con due intensi occhi marroni, una barbetta adolescenziale, i modi di chi si è auto-convinto di essere autorevole mentre rischia solo di essere autoritario.
Lo lascio fare perché per un incontro di sesso non mi dà fastidio.
Io credo che ce la sbrighiamo in un'oretta, invece Peter sembra prendersi tutto il tempo che ci vuole per un incontro nel quale il sesso si alterna alle chiacchiere e alla musica. Mi farà conoscere i PGR. Devo lui se conosco Ginevra di Marco.
E' già l'ora di pranzo e lui sembra non avere la minima intenzione di andarsene.
Peter usa il sesso come conoscenza ma stavolta sono io che non sono pronto.
Ogni suo gesto di confidenza mi viene inevitabilmente di paragonarlo a quelli di Daniele. Meglio,  mi ricorda Daniele e mi intristisco. Preferirei del sesso sbrigativo, senza amore. Peter invece la pensa diversamente e io, mio malgrado, mi lascio fare.

Scopro che il sesso dilazionato non mi piace molto, sono all'antica su questo, prima si scopa e poi si parla.
Mi imbarazzo a perdere l'erezione, durante le chiacchiere, mentre lui non sembra preoccuparsene minimamente e non pensa che la mia momentanea morbilità possa essere offensiva come ho sempre temuto io, ogni volta che ho perso l'erezione (ah ma allora non ti piaccio veramente).

Ho sempre creduto che fosse il cazzo a dover dire mi piaci non già io...

Peter mi sta dando una grande lezione.
Non so perché mi lascio fare ma non pongo resistenza nemmeno quando vuole scoparmi. Lo facciamo prima sul letto, che è ancora nella posizione in cui stava quando Daniele viveva con me, poi cambierò disposizione della stanza.
Lui entra con una facilità estrema.
Quando è tutto dentro io basisco e, con gioia, gli dico non ho sentito niente.
Intendo dire dolore o fastidio a ripensarci oggi spero lui non abbia pensato intendessi altro. Non credo perché non si offende e continua a darci dentro.

Poi lo rifacciamo anche nel salone, sul divano letto. E lì mi fa addirittura girare di 180 gradi sulle sue pelvi, con lui dentro di me.
L'avevo visto fare solamente nei video porno e non pensavo di esserne capace.
Non provo nemmeno il fastidio di attrito del lattice del profilattico.
Peter sa farci maledettamente bene.
Però, come dice Ornella in una sua canzone,  mi ha trovato così assente che il mio cuore soffocò.

Quando sono le cinque dopo che abbiamo pranzato insieme (what a fuck!?) e che la sua presenza in casa mia non ha più la fisionomia della scopata ma della visita di uno scopamico io, con la scusa che devo scrivere gli articoli, lo mando via.
Lui appena capisce che la sua presenza non è più gradita, senza battere ciglio, si veste e se ne va. Si dimentica i cd dei PGR che ancora ho. Perché Peter non l'ho mai più incontrato.

Per quanto fosse bello, per quanto il suo desiderio per il mio corpo pingue fosse eccitante e lusinghiero, per quanto con lui il sesso penetrativo fosse una dolce ginnastica priva di tensioni come succedeva con Daniele,  quelle ore insieme per me furono principalmente un'invasione intollerabile del mio spazio personale.
Gli avevo persino dovuto preparare il pranzo!

Così da quello che si lamenta perché dopo, i rimorchiai e ne vanno via sempre troppo presto, eccomi a lamentarmi perché Peter rimane troppo tempo...

Ho sempre avuto degli incontri di un'ora, al massimo un'ora e mezzo e poi via.
Per alcuni anche di meno, quella  mezz'ora canonica, che quando per attitudine, comportamento o incuria fisica non vedi l'ora che se ne vadano, sono anche giusti.

Anche in tempi così stretti però, dopo l'orgasmo, era bello rimanere a parlare per sapere cosa facevano, che vite avevamo, come si chiamava la loro ragazza (tantissimi avevano la pischella) mentre la confidenza del dopo orgasmo mi faceva giocherellare col loro pisello, i loro sederi, gli scroti, sgraziati o meno, i capelli, corti o lunghi, i petti glabri o villosi, coi capezzoli duri o flaccidi.

Anche se è una scopata possiamo sempre parlarci, no?

Non tutti accettavano magari temevano che il mio invito a restare implicasse chissà che.

Invece mi scopro all'improvviso di non cercare un contatto troppo dilagato. Tollero una mezzora, non di più, se rimangono oltre ho scoperto che per me è un'invasione di campo insopportabile...

Non sono poi così diverso da chi se ne va, ho solo una tempistica tutta mia.


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