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Cuore di mucca




Quando incontri un animale ferito, sofferente, o peggio, morente, ti coglie una disperazione sorda e totale, insormontabile, che ti schiaccia e ti toglie il respiro.
Per me è stato così quando vidi un gatto ucciso da dei bambini teppistelli a piazza Scotti. Gli avevano tolto la vita a colpi di chiodi curvi a doppia punta (per fortuna non assistei all'uccisione incontrai il cadaverino), fu così quando un gatto venne investito da una macchina e ormai con il corpo aperto e le budella di fuori cercava di scappare ma riusciva solamente a muovere le zampe senza risultato alcuni.

Non potete capire la sofferenza che provo anche adesso che ne scrivo.

La sofferenza o la morte di un animale ti colpisce più di quella dei cristiani (scuserete il riferimento sessista e cattolico).
Non so quale sia il percorso psicologico.

Io me lo sono spiegato dicendo che a differenza di un essere umano (e donnano) che sa confortarsi nella morte e nel dolore, a modo suo, dea o bestemmie che sia, un animale non sa raccapezzarsi e lo facciamo noi per lui o per lei.

Mia madre quando scoprì di provare la stessa cosa pensò bene di cercare una spiegazione biografica. Così andava celiando dicendo che visto che questa sensibilità per le sofferenze animali le si era acuita dopo l'operazione al cuore concludeva Credo che mi abbiano messo un cuore di mucca al posto del mio. Per questo improvvisamente mi dispiace più per la sofferenza animale che per quella delle persone. 

Se Totò divideva le persone tra uomini e caporali mia madre le distinse tra chi ha un cuore di mucca e chi no.

Diffidate delle persone senza.

     

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