Attenzione, work in Progress!
Rileggete i post che avete già letto. Li potreste trovare modificati.

Visualizzazioni totali

Occhi Oleosi


Da piccolo facevamo molta vita sociale davanti la televisione.

Seguivamo una programmazione televisiva totalmente diversa da quella di oggi che non si affiancava  ai tempi di casa scorrendo parallela come un surrogato onnipresente, come oggi, una programmazione  che costituiva occasione di ascolto, di visione.
Che si trattasse di un film o di una commedia teatrale o di un'opera musicale noi guardavamo lo spettacolo che poi finiva, la tv veniva spenta e noi commentavamo quel che avevamo visto.

Spesso eseguivamo davanti al film o alla commedia, più di rado davanti l'opera che richiedeva un'attenzione più sacrale, alcuni gesti del quotidiano.
Silvia, troppo piccola per seguire il film, giocava vicino a mamma mentre nonna, che, aveva sempre da fare in cucina a preparare la cena e lavare i piatti, arrivava all'ultimo momento, mentre e mamma poteva struccarsi davanti la tv.

Così una sera che il film era finito mentre mamma si stava ancora struccando e io ero rimasto in camera da pranzo a chiacchierare e ridere,  mi capita sottomano il quadratino pubblicitario allegato alla bottiglia di latte detergente Kelémata che mamma stava usando.
Tra molti prodotti improbabili per femmine incappo nella pubblicità di questi "dischetti detergenti per occhi non oleosi".
E' evidente che dopo occhi ci andrebbe una virgola.
Ma non c'è.
Così non oleosi non sono i dischetti detergenti ma direttamente gli occhi.

D'altronde ci sono le pelli secche ci potevano anche essere occhi oleosi, no?

Mi immagino questi occhi oleosi, che secernono unto, e il pensiero mi va agli occhi sott'olio, magari quelli enormi del gufo dell'attrazione del Luneur Notti orientali. 
Mi immagino barattoli di vetro enormi pieni di occhi sott'olio e mi coglie lo scattidio, come nonna chiamava la ridarella incontrollata, quella che quando ti prende non c'è niente da fare, niente che la possa contenere.
Ridi del tuo ridere e nonostante il fiato corto per il troppo ridere continui a farlo fino a sentirti male.
Ancora adesso occhi oleosi mi fa ridere... Inutile dire che mia madre, infastidita dall'operazione di struccaggio, si innervosì e mi intimò di smettere.

Quando ero un poco più grande e andavo già al liceo, anche se ero ancora al biennio, mi capitava di intrattenermi davanti la tv e rimanere da solo mentre mamma e nonna andavano a dormire. Poteva essere il secondo film della serata che iniziava alle 22, oppure una commedia o un'opera che duravano anche 3 ore.
Io restavo in camera da pranzo, da solo, fino alla fine del film o di quel che era.
Una sera che nonna era particolarmente ansiosa e desiderosa di vedermi venire a dormire, continuava a chiamarmi con un richiamo abbastanza forte affinché giungesse dalla nostra camera da letto, che era nei penetralia della casa, alla camera da pranzo che era invece prossima all'ingresso.

Degli Alessaaaaaan-dro strascicati, detti con la voce forte e un accento siculo inconfondibile, che io ignoravo belluinamente.

Poi stanco dei richiami di nonna e del film che non finiva più, colto dal sonno, mi infilo a letto, al buio, per non disturbare nonna (vero Silvia?).
Sto quasi per addormentarmi quando nonna, credendomi ancora in camera da pranzo, urla un Alessaaaa-ndro a pieni polmoni che mi spaventa come avessero appena dato fiato a una tromba nautica.
E mentre lei, poverina, resasi conto del mio salto dal letto mi chiede scusa mille volte, io rido da solo come gli scemi.





Commenti