L'ultimo compleanno di Frances
Il titolo di questo post è un titolo del cazzo perché quando festeggiammo il compleanno di Frances non immaginavano proprio sarebbe stato il suo ultimo compleanno. Quel 28 Luglio Frances non aveva nemmeno ancora ricevuto la diagnosi che le dava dai tre ai sei mesi di vita per un carcinoma di tipo 3 al pancreas che l'avrebbe uccisa il 22 ottobre.
Se quella sera ce lo avessero detto avremmo dato del pazzo, della pazza, a chiunque avesse anche solo preteso che Frances sarebbe morta così presto.
Però, posterius, quello fu l'ultimo compleanno che Frances riuscì a festeggiare.
Arrivo a casa di Frances in ritardo. Di solito non lo faccio mai ma quella sera potevo permettermelo perché essendoci dati tutti appuntamento lì a casa sua sapevo di poter disporre di un certo margine di tolleranza.
Quando arrivo Frances gira per casa, nervosa. In un primo momento penso per via della gente che assiepava il suo piccolo appartamento trasteverino. Frances non è solita ricevere più di due tre persone per sera, per motivi logistici e perché anche lei, come me, vuole avere le e gli ospiti tutti per sé e questo richiede che non siano tanti, tante, per potercisi dedicare con la dovuta attenzione.
In soggiorno c'è Pasquale, che saluto, tra il soggiorno e la camera da letto, proprio sulla soglia, c'è un ragazzo che non conosco, basso, magro, dalla carnagione scura, con due occhi abbacinanti, enormi, molto attraente.
Rob è in camera da letto al cellulare.
Ecco perché Frances è nervosa.
Lei non sopporta che la gente parli al telefono con altre persone in casa sua.
Solo io posso capirla fino in fondo trovavo maleducato più di lei quell'atteggiamento. E lo trovo tutt'ora. Le telefonate private sono eccezionali e devono basarsi su una conversazione stringatissima, essenziale. Invece Rob stava conversando come fosse da solo, soprattutto, come fosse a casa sua.
Mi avvicino a Frances per chiederle scusa del ritardo e lei, senza smettere di guardare Rob mi risponde I dont' give a fuck.
Cazzo se è pissed off.
Almeno Rob ha il buongusto di chiede scusa a Frances come prima cosa, appena terminata la conversazione.
Poi mi saluta e io gli chiedo se quel ragazzo carino è il suo boyfriend.
No Andrew non è potuto venire, mi dice, rendendomi completo il quadro dell'incazzatura della Marchesa.
Marchesa non è un soprannome. Fernando, il suo ultimo marito, era un vero marchese e quindi Frances, che lo aveva sposato, era Marchesa anche lei.
Tra l'altro Marchesa è una delle poche cariche nobiliari che al femminile non finiscono in essa. Frances è dunque una vera marchesa e non semplicemente la moglie del marchese.
Quando apprendo che il ragazzino non è il fidanzato di Rob mi avvicino a lui pronto a flirtare, senza essere particolarmente ottimista.
Il ragazzino si chiama Augusto, o, meglio, Ougosto come lo chiama Frances, incapace di pronunciare il dittongo au rendendolo alla francese quasi un ou.
Andiamo ? fa Frances, dirigendosi alla porta senza aspettare oltre.
La festa è a casa di Chris, a piazza Trilussa.
Lì ci aspettano il padrone di casa e Marco, il compagno di Pasquale, che si è anticipato il lavoro visto che cucinerà lui stasera.
Per strada Frances precede tutti facendo strada e salutando negozianti, mendicanti, abitanti e mignotte, se ce ne fossero, del quartiere. Tutti e tutte la conoscono e lei tutte e tutti conosce.
Io posso permettermi di rimanere per ultimo, dopo Pasquale e Rob, accanto a Augusto che non solo pare accettare la mia corte ma la incoraggia.
Mi chiede come conosco Frances e gli dico di essere un suo fan dai tempi in cui cantava, 25 anni prima. Wow, nemmeno ero nato, mi fa Augusto, mettendosi una mano dietro la nuca.
Augusto lavora in un bar, serve i cappuccini che Frances consuma ogni mattina da quando ha rinunciato a fare la prima colazione a casa.
Io gli racconto delle mie lezioni di cinema a scuola, Augusto ne sembra davvero impresso e curioso.
Quando ci vedremo il giorno dopo, Frances mi racconterà di come Rob fosse irritato dalla facilità con cui riuscivo a comunicare con Ougosto.
Ma come fa? le chiede Rob, come mi racconterà Frances.
Guardalo, guardalo, Augusto pende dalle sue labbra e a ogni cosa che gli dice, Alessandro reagisce come avesse detto la cosa più profonda che si possa pensare.
Beh Alessandro è professore, gli risponde Frances, sa trattare con i ragazzi.
Io non mi ero accorto di niente, troppo attento a respirare l'odore di Augusto e assorbire il calore della sua pelle per guardare Rob che si innervosiva perché Augusto rispondeva alla mia corte invece che alla sua.
Arrivati a casa di Chris, saluto Marco, che ha già quasi terminato di preparare la cena e sta allestendo la tavola, e mi reco in cucina. Sono così gasato da come la serata si preannuncia che ho bisogno di bere qualcosa. Così quando vedo il padrone di casa prima ancora di dirgli ciao gli chiedo dove sono i liquori...
Ti verso un vino che è meglio, mi fa Marco, al quale non sfugge nulla, mentre Pasquale lo informa Alessandro ha conosciuto qualcuno stasera, con la sua classe che non è acqua, mentre Augusto, che è appena tornato dal bagno, non avendo afferrato la questione chiede chi? e io e Marco rispondiamo all'unisono, tu.
Augusto si pasce di quell'attenzione e non si adonta che la mia corte sia così evidente, anzi finisce col vergognarsene un po', come se lui fosse solo una nugatella che ha destato la mia attenzione solo per un attimo, non è detto duri più di così.
Una volta da Chris ristabilisco le priorità della serata e mi avvicino a Frances che mi ha tenuto un posto vicino al suo, sapendo che sarei arrivato da lei al momento opportuno.
Augusto si siede accanto a me, Frances è a capotavola.
Ridiamo e scherziamo, bevendo molto e mangiando la cena che Marco ci ha preparato: un cuscus di verdure, delle polpette di melanzane e ceci, più una selezione di formaggi che io però rifiuto.
In casa non si fuma, non solo perché Chris non è un fumatore ma anche perché Marco ha avuto il cancro alla gola - è lui ad aver coniato l'espressione tumorato di dio che Frances farà sua - così chi vuole fumare deve andare a farlo alla finestra della cucina.
Pasquale fuma e anche Augusto.
Così quando è il suo turno io lo accompagno in cucina.
Lì, tra una tirata e l'altra della sigaretta, ci scappano dei baci, lenti, languidi, umidi, tutt'altro che rubati, corrisposti.
Questo accade per ognuna delle tre sigarette che Augusto fumerà durante la serata.
Durante la seconda sigaretta Chris entra in cucina per prendere del pane, ha una mano sugli occhi e ci chiede col suo accento americano possoh?
Quando si tratta di aprire i regali Frances rimane colpita dal mio facendomi capire a gesti che sono matto ad avere speso tutti quei soldi, è una cornice digitale, che apprezza molto.
Tre mesi dopo tornerà di mia proprietà...
La tengo ancora, sul mobile della camera da pranzo, inutilizzata.
Dopo il brindisi e la torta, che da sola è un pasto, siamo già per strada.
Pasquale e Marco hanno aiutato Chris a sbarazzare la tavola e Marco avrebbe anche fatto i piatti se Chris non glielo avesse impedito.
Frances ha fretta di tornare a casa, Rob si incontra con Andrew a piazza Trilussa, Frances è talmente incazzata che abbia la faccia tosta di presentarsi dopo la festa che nemmeno si ferma per salutarlo, e già si incammina verso casa, mentre Andrew le urla happy birthday da lontano.
Prima di rendercene conto io e Augusto ci ritroviamo soli, per strada, ubriachi, col desiderio che la sera ancora non finisca.
Così ce ne andiamo fino al Colosseo, a piedi.
Augusto vuole passare assolutamente per il coming out il localaccio della gay street romana, come dire una stanza tutta per noi in confronto alla chueca madrilena o a le Marais parigino, ma ogni città ha quel che la città può permettersi, per i froci di Roma una stanza è più che sufficiente.
Augusto mi confida di avere chiuso da poco una tresca con G. S. che gli ha detto di lavorare per il teatro. Quando capisco di chi si tratta basisco, G. S. è uno dei più rinomati registi italiani, ma Augusto non se ne avvede e, d'altronde, non è per quello che ci è andato a letto.
Anzi sembra meravigliarsi che io basisca così sguaiatamente.
Ma davvero è così importante? mi chiede, incredulo. Io, esagerando, gli rispondo, di più!
Mi dice che con lui ha fatto del unprotected sex e di essere preoccupato dei risultati delle analisi che ha appena fatto. Io lo rassicuro e al contempo lo sgrido, dicendogli che deve volersi bene al punto tale da proteggersi.
Augusto mi parla in inglese, vuole fare pratica, dice che ne ha bisogno, in realtà la sua conoscenza della lingua supera la mia, almeno nel lessico, ma cade sull'abc, come quando dice I can't see the time per dire che non vede l'ora che in inglese si rende con I can't wait "non posso aspettare".
Neanche io posso aspettare e appena arrivati al Colosseo (non pensavo di essere capace di fare tutta quella strada a piedi) davanti un Coming-out gremito di frocetti romani, mentre tutta quella folla infastidisce Augusto quanto me, io già faccio cenno a un taxi sul quale saliamo prima ancora di avere deciso dove andare.
Vuoi venire da me?, mi chiede Augusto senza troppa convinzione, il mio coinquilino non dovrebbe esserci. Va bene, gli dico non capendo il perché di quella sua esitazione.
Appena arrivati in casa inizia a baciarmi mentre io lo spoglio lentamente, Augusto mi chiede che fai?
Ti tolgo i vestiti, è da casa di Chris che volevo vederti nudo.
Lui se ne vergogna, poi siamo già sul letto.
Siamo tutti e due abbastanza stanchi e ubriachi ma i nostri corpi sanno muoversi da soli e sono in sintonia.
Quando Augusto se ne viene si addormenta praticamente subito dopo.
Io mi addormento accanto a lui, col suo sapore in bocca e il suo odore addosso.
Mi sveglio alle quattro del mattino lucido e vigile. Potrei anche vestirmi e andarmene. Augusto è riverso sul letto, l'uccello barzotto, bello come un quadro. Lui, non il pisello.
Scatto qualche foto, una delle quali adorna questo post.
Poi mi riaddormento accanto a lui.
Ci svegliamo la mattina tardi verso le 10.00.
Augusto gira nudo per casa, non ha per niente pudore, continua a baciarmi appena sono abbastanza vicino, cerca una sigaretta, vuole un caffè, è stanco, ha malditesta e alle 14 deve lavorare al bar.
Quando sono le 12 decido di lasciarlo da solo.
Prima di salutarlo chiamo Frances. Abbiamo una conversazione essenziale, come quelle che ci piace gli altri abbiano a casa nostra.
- Hi babe
- Sei da lui? Mi chiede Frances in italiano.
- Yeah.
- Hai dormito lì ?
- Yeah
- Are you coming over?
- In 30 minutes.
E abbiamo già attaccato.
Augusto mi guarda di sottecchi non sapendo se ridere o meno.
Gli hai detto che hai dormito qui?, mi chiede divertito.
Lo sapeva già. Ti lascio preparare gli dico cambiando discorso.
Se ti do il mio numero mi chiami? mi chiede languido e titubante.
Se ci tieni, gli rispondo con aria scherzosa.
Lui se la prende a male. Lo devo baciare ripetutamente per convincerlo che stavo scherzando.
Anche se a dire il vero quella serata magnifica poteva benissimo essere l'unica serata tra amanti di valore ma poi mentre lo guardo in mutande mi dico che devo essere pazzo se non lo richiamo.
Poi sono già fuori, e solo alla luce del sole mi accorgo che un po' di hangover ce l'ho anche io.
Frances mi racconta non solo di Rob ma anche di Chris.
Quando tu seguivi Ougusto che andava a fumarsi la sigaretta, mi dice in inglese, Chris ci chiede, serio, "ma perché lo segue"? Al che io gli ho risposto continua Frances sicuramente per fargli un pompino.
Amo quella donna che dà una risposta spettacolare a una domanda cretina.
Ancora rido mentre le dico ecco perché è entrato in cucina con la mano sugli occhi dicendo "posso"? Che scemo dico mentre ridiamo entrambe. Alla prima occasione glielo dico.
Così sarà, una sera che siamo tutti in ospedale da Frances.
Chris, come un ragazzino con le mani nella marmellata, balbetta una giustificazione dicendo che ne so Frances mi aveva detto così.
Scusa Chris ma davvero credi che gli stavo facendo un pompino nella tua cucina? Pensi davvero che non riuscivo a trattenermi? Che non avevo la pazienza di aspettare qualche ora? E poi scusa, se proprio non ce la facevo a resistere ci saremmo chiusi in bagno non credi?
Chris è mortificato come se Lamark venisse sgridato da Darwin per la sua teoria sull'ereditarietà.
Ma è troppo tenero, troppo americano perché possa avercela con lui.
Poi Frances mi porta al bar dove lavora Augusto, prendiamo entrambi un cappuccino, il mio col latte freddo anche se è praticamente ora di pranzo.
La proprietaria salamelecca Frances e le chiede se Augusto si è comportato bene se non le ha fatto fare brutte figura, manco fosse il figlio.
Frances la rassicura con tantissimi sì.
Poi le chiede ma non è che me lo hai fatto bere troppo? Non è che mi chiama e mi dice che è troppo stanco per venire a lavorare? Al che Frances risponde seria Ah non lo so, non dipende da me e intanto mi tocca una spalla.
Io manca poco che spruzzi il mio cappuccino col latte freddo tutto intorno a me, non so come riesco ad evitare, anche se lacrimo e non solo dalle risate.
Fermati attimo, sei bello.
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