Buio Good-bye
Buio, come ogni gatto che si rispetti, sapeva dormire per ore di fila, ma non si nascondeva mai troppo.
Invece ultimamente lo vedevo che cercava luoghi secluded.
La faccenda mi insospettì e lo portai dal veterinario dove faceva una visita di controllo ogni anno.
Normalmente lo affidavo al veterinario dicendogli sono venuto a cambiare l'olio al gatto ma stavolta gli dissi serio credo che Buio abbia qualcosa che non va.
Il veterinario lo visita e lo trova ipoteso e astenico, mi dice che deve avere qualche sindrome e che non è il caso di stare a capire la causa. L'importante è non farlo soffrire...
Io gli tolgo Buio dal ripiano in acciaio temendo che quello voglia ammazzarmelo davanti agli occhi.
Capisco che io e mia sorella siamo rimasti orfani e non abbiamo soldi e che nessuno dei due lavora (io lavoro ma non stiamo lì a sottilizzare, per i negozianti della via siamo i figli di Mirellamorta) ma mi sembra che la diagnosi di quel veterinario (titolo preso evidentemente sul catalogo Miralanza) sia un tantinello superficiale e affrettata.
Io invece di sfasciargli l'ambulatorio, come mi verrebbe spontaneo, gli chiedo se non è il caso di fare delle analisi.
Mi risponde che le analisi le può anche fare ma che spenderei duecentomilalire per sapere che comunque Buio devo sopprimerlo.
Tanto vale farlo subito e risparmiare i soldi.
Ve lo immaginate andare dal dottore che vi dice che dovete morire e che è inutile fare le analisi tanto sempre morire dovete?
Io torno a casa con le pive nel sacco e Buio nella trasportina.
Informo mia sorella che mi risponde, con quella grevità che solo il nervosismo sa darle, che lei soldi da spendere per Buio non ne ha se voglio buttare i soldi devo farlo a mie spese.
L'idea di sopprimere Buio senza sapere nemmeno il perché mi sembra più che disumana, così metto mano ai miei pochi soldi (e vi ricordo che mia sorella percepiva la pensione di reversibilità di mamma) e porto Buio a fare le analisi.
Buio è talmente astenico che per il prelievo non c'è nemmeno bisogno di fargli l'anestesia, se lo fa fare da sveglio, complici le mie carezze e la buona mano del veterinario che non deve fargli troppo male.
I risultati sentenziano che Buio ha una grave insufficienza pancreatica e i giorni contati.
Il veterinario mi dà un paio di farmaci, dovrei farteli comperare ma me li ritrovo, e per un paio di settimane va bene, cioè, Buio non peggiora.
Poi una sera che torno a casa mia sorella, nel letto che era stato di mamma mi dice Buio sta male, non muove più le zampe di dietro.
Gliele tocco e sono fredde come il ghiaccio.
Anche Frances poco prima di andarsene avrà le mani così fredde.
Chiedo a Silvia quand'è l'ultima volta che Buio è andato in bagno, visto che non può più camminare da solo.
Lei mi risponde vaga, che non ricorda, non ci aveva pensato alla pipì.
Lo porto in bagno e lo reggo per la pancia mentre Buio fa una pipì infinita. Chissà quant'era che si stava trattenendo.
Ma lui principe fino alla fine...
Torno dal dal veterinario che mi dice che è giunta l'ora e se vuole possiamo procedere subito. Ma quando torno mia sorella si sta preparando per uscire e mi dice che vuoi essere presente alla soppressione che dunque dobbiamo rimandare al giorno dopo. Io l'indomani lavoro tutto il giorno in ufficio stiamo chiudendo la contabilità e mirano chiesto di fermarmi, dovrai pensarci tu, le dico io non ci sarò.
Lei ha il fegato di commentare che quando serve non ci sono mai.
Il giorno dopo quando torno a casa a pomeriggio inoltrato mia sorella, affranta, mi racconta di avere trovato Buio sotto il lavello della cucina dove si era trascinato dopo aver perso delle feci liquide che non era riuscito a fare nella lettiera. E che lo ha portato a sopprimere dopo avere pulito tutto.
Io grato al caso di non avermi fatto assistere le dico che mi dispiace che non ci fossi.
In realtà penso che se lo avessimo soppresso la sera prima sarebbe stato meglio per tutti ma mi guardo bene dal dirglielo.
E lì mia sorella, forse per la prima volta in vita mia, mi sorprende e dice scusami, sono stata egoista.
Io non cedo alle mie orecchie, e per la prima volta sento che ho di fronte una persona e non un essere sempre ostile. Mi dispiace che questo stato di qualità sia sta compiuto a spese di Buio ma che la vita è stronza l'ho capito da un pezzo.
Rimango in silenzio prima di risponderle un non ti preoccupare distratto. Non mi turba tanto la sincerità quanto la lucidità con cui ha descritto la situazione e se stessa.
Ho sempre pensato che mia sorella non fosse consapevole di essere stronza, che lo fosse senza rendersene conto. Saperla consapevole mi fa male perché la sua stronzaggine non è più giustificata e non posso più giustificarne la stronzaggine se è consapevole.
Me ne dolgo come quando mi succede quando a farmi notare quanto mia sorella sia stronza è qualche mio amico. Se lo penso io va bene ma guai se lo pensa o lo dice qualcun altro.
La difendo sempre a spada tratta.
Un modo di esternare la mia permalosaggine e il profondo avito affetto per lei.
Intanto inizia il calvario della mancanza da gatto.
Mia sorella suggerisce di non prenderne un altro visto che abbiamo uno sfratto pendente.
Sembra una considerazione di buon senso e accontento.
Ma poche settimane dopo la mancanza di un micio peloso per la casa è così forte e insopportabile che inizio a urlare voglio un gaaaatttooooo facendo il verso a Ciccio Ingrassia in Amarcord.
Dopo una settimana di urla quotidiane mia sorella dice va bene va bene te lo premio un gatto (ah allora manca a che a lei, eh?)
Mia sorella si organizza adocchia una gatta incinta dal fornaio vicino il Sancamillo (mai frequentati quegli endroits come ci è arrivata lì? Un mese dopo arriva in casa Cirillo, un frugolino grigio col la faccia intelligente e superimpertinente. Io lo amo subito, appena mi fa uno stronzo piccolo ma ricco e fresco sul letto.
Mentre lo metto sulla lettiera facendogli capire che la cacca è la che la deve fare penso che Buio non lo avrebbe mai fatto...
E poi, con lo stesso linguaggio del copro di mia madre, faccio un sorriso di tristezza mentre scuoto la testa, pensando che, morto Buio, l'epoca di Mamma è proprio terminata. Finita. Passata.
Alla mancanza ti ci abitui.
La tristezza invece non passa mai.
Invece ultimamente lo vedevo che cercava luoghi secluded.
La faccenda mi insospettì e lo portai dal veterinario dove faceva una visita di controllo ogni anno.
Normalmente lo affidavo al veterinario dicendogli sono venuto a cambiare l'olio al gatto ma stavolta gli dissi serio credo che Buio abbia qualcosa che non va.
Il veterinario lo visita e lo trova ipoteso e astenico, mi dice che deve avere qualche sindrome e che non è il caso di stare a capire la causa. L'importante è non farlo soffrire...
Io gli tolgo Buio dal ripiano in acciaio temendo che quello voglia ammazzarmelo davanti agli occhi.
Capisco che io e mia sorella siamo rimasti orfani e non abbiamo soldi e che nessuno dei due lavora (io lavoro ma non stiamo lì a sottilizzare, per i negozianti della via siamo i figli di Mirellamorta) ma mi sembra che la diagnosi di quel veterinario (titolo preso evidentemente sul catalogo Miralanza) sia un tantinello superficiale e affrettata.
Io invece di sfasciargli l'ambulatorio, come mi verrebbe spontaneo, gli chiedo se non è il caso di fare delle analisi.
Mi risponde che le analisi le può anche fare ma che spenderei duecentomilalire per sapere che comunque Buio devo sopprimerlo.
Tanto vale farlo subito e risparmiare i soldi.
Ve lo immaginate andare dal dottore che vi dice che dovete morire e che è inutile fare le analisi tanto sempre morire dovete?
Io torno a casa con le pive nel sacco e Buio nella trasportina.
Informo mia sorella che mi risponde, con quella grevità che solo il nervosismo sa darle, che lei soldi da spendere per Buio non ne ha se voglio buttare i soldi devo farlo a mie spese.
L'idea di sopprimere Buio senza sapere nemmeno il perché mi sembra più che disumana, così metto mano ai miei pochi soldi (e vi ricordo che mia sorella percepiva la pensione di reversibilità di mamma) e porto Buio a fare le analisi.
Buio è talmente astenico che per il prelievo non c'è nemmeno bisogno di fargli l'anestesia, se lo fa fare da sveglio, complici le mie carezze e la buona mano del veterinario che non deve fargli troppo male.
I risultati sentenziano che Buio ha una grave insufficienza pancreatica e i giorni contati.
Il veterinario mi dà un paio di farmaci, dovrei farteli comperare ma me li ritrovo, e per un paio di settimane va bene, cioè, Buio non peggiora.
Poi una sera che torno a casa mia sorella, nel letto che era stato di mamma mi dice Buio sta male, non muove più le zampe di dietro.
Gliele tocco e sono fredde come il ghiaccio.
Anche Frances poco prima di andarsene avrà le mani così fredde.
Chiedo a Silvia quand'è l'ultima volta che Buio è andato in bagno, visto che non può più camminare da solo.
Lei mi risponde vaga, che non ricorda, non ci aveva pensato alla pipì.
Lo porto in bagno e lo reggo per la pancia mentre Buio fa una pipì infinita. Chissà quant'era che si stava trattenendo.
Ma lui principe fino alla fine...
Torno dal dal veterinario che mi dice che è giunta l'ora e se vuole possiamo procedere subito. Ma quando torno mia sorella si sta preparando per uscire e mi dice che vuoi essere presente alla soppressione che dunque dobbiamo rimandare al giorno dopo. Io l'indomani lavoro tutto il giorno in ufficio stiamo chiudendo la contabilità e mirano chiesto di fermarmi, dovrai pensarci tu, le dico io non ci sarò.
Lei ha il fegato di commentare che quando serve non ci sono mai.
Il giorno dopo quando torno a casa a pomeriggio inoltrato mia sorella, affranta, mi racconta di avere trovato Buio sotto il lavello della cucina dove si era trascinato dopo aver perso delle feci liquide che non era riuscito a fare nella lettiera. E che lo ha portato a sopprimere dopo avere pulito tutto.
Io grato al caso di non avermi fatto assistere le dico che mi dispiace che non ci fossi.
In realtà penso che se lo avessimo soppresso la sera prima sarebbe stato meglio per tutti ma mi guardo bene dal dirglielo.
E lì mia sorella, forse per la prima volta in vita mia, mi sorprende e dice scusami, sono stata egoista.
Io non cedo alle mie orecchie, e per la prima volta sento che ho di fronte una persona e non un essere sempre ostile. Mi dispiace che questo stato di qualità sia sta compiuto a spese di Buio ma che la vita è stronza l'ho capito da un pezzo.
Rimango in silenzio prima di risponderle un non ti preoccupare distratto. Non mi turba tanto la sincerità quanto la lucidità con cui ha descritto la situazione e se stessa.
Ho sempre pensato che mia sorella non fosse consapevole di essere stronza, che lo fosse senza rendersene conto. Saperla consapevole mi fa male perché la sua stronzaggine non è più giustificata e non posso più giustificarne la stronzaggine se è consapevole.
Me ne dolgo come quando mi succede quando a farmi notare quanto mia sorella sia stronza è qualche mio amico. Se lo penso io va bene ma guai se lo pensa o lo dice qualcun altro.
La difendo sempre a spada tratta.
Un modo di esternare la mia permalosaggine e il profondo avito affetto per lei.
Intanto inizia il calvario della mancanza da gatto.
Mia sorella suggerisce di non prenderne un altro visto che abbiamo uno sfratto pendente.
Sembra una considerazione di buon senso e accontento.
Ma poche settimane dopo la mancanza di un micio peloso per la casa è così forte e insopportabile che inizio a urlare voglio un gaaaatttooooo facendo il verso a Ciccio Ingrassia in Amarcord.
Dopo una settimana di urla quotidiane mia sorella dice va bene va bene te lo premio un gatto (ah allora manca a che a lei, eh?)
Mia sorella si organizza adocchia una gatta incinta dal fornaio vicino il Sancamillo (mai frequentati quegli endroits come ci è arrivata lì? Un mese dopo arriva in casa Cirillo, un frugolino grigio col la faccia intelligente e superimpertinente. Io lo amo subito, appena mi fa uno stronzo piccolo ma ricco e fresco sul letto.
Mentre lo metto sulla lettiera facendogli capire che la cacca è la che la deve fare penso che Buio non lo avrebbe mai fatto...
E poi, con lo stesso linguaggio del copro di mia madre, faccio un sorriso di tristezza mentre scuoto la testa, pensando che, morto Buio, l'epoca di Mamma è proprio terminata. Finita. Passata.
Alla mancanza ti ci abitui.
La tristezza invece non passa mai.
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