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La piscia (non) è un problema


Alle elementari stavo in una classe numerosissima, 41 tra bambine e bambini.

Io stavo di banco con Antonio, un bambino molto intelligente, non classicamente bello come sono di solito i bambini, come Paolo, come Luca. Antonio era un uomo in miniatura, con lineamenti duri, spigolosi e una apparente tristezza nello sguardo che poteva anche essere solamente introspezione.

Antonio portava l'apparecchio ai denti che gli dava qualche difetto generale di pronuncia e lo rallentava un po' in tutte le parole che diceva.
Un compagno di banco leale, fidato, che avevo scelto per non dare nell'occhio, ché non ci si aspettasse troppo da noi.

Ricordo che in un paio di occasioni Antonio se la fece addosso, in classe.

Una pisciata abbondante da adulto che non riuscì minimamente a trattenere, e zampillava dalla sedia mentre la chiazza si allargava sul pavimento a vista d'occhio.
Nemmeno lui sapeva da dove venisse quella incontinenza, anche se era troppo imbarazzato dall'incidente per chiedersene davvero donde.
Io non ero né meravigliato, né scandalizzato o schifato dalla pipì.
Ero preoccupato per come avrebbero reagito gli adulti a quella sua incontinenza inusitata.
Volevo manifestargli solidarietà ma volevo mostrarla solamente a lui e non al resto della classe.
Così rimasi in silenzio.

Se non fosse sembrato bizzarro lo avrei voluto abbracciare per dirgli non ti preoccupare, va tutto bene. Ti voglio ancora bene.
Il fatto di non riuscire a dire nulla mi fece sentire che in qualche modo tradivo la nostra amicizia.

La suora non parve avere alcuna reazione empatica.
Per lei l'unico problema di Antonio che se l'era fatta sotto era la pipì da pulire dal pavimento.

Io con la pipì avevo problemi di altra natura.

Non riuscivo a farla che nell'intimità del bagno di casa mia.

Lì riuscivo a controllarne il getto, interrompendolo a metà, in quella che credo sia stata la mia prima esperienza masturbatoria.
Il piacere che provavo nel trattenere la pipì e nel farla ricominciare a uscire si avvicinava al climax orgasmatico.
Naturalmente lo avrei realizzato solamente dopo, quando iniziai a masturbami.

Se non stavo nel bagno di casa fare la pipì poteva essere un problema. Dipendeva dai rumori. Più ce n'erano meno era facile che riuscissi a farla, la pipì.
Sulle ritirate dei treni era un calvario e dovevo chiamare mamma che mi doveva coadiuvare con i classici rumori che si fanno per far scappare la pipì.

Una sofferenza per me,  e per mamma, che si viveva tutto con una dose eccessiva di ansia e dolore.

Il problema della pipì si amplificò alle medie e al liceo. Negli orinatoi pubblici non riuscivo a farne uscire goccia alcuna.

L'ansia aumentava se negli orinatoi accanto al mio si avvicendavano i ragazzi che pisciavano l'uno dopo l'altro mentre io rimanevo col mio uccello all'aria, asciutto come il deserto del Gobi.
Andare nel bagno era una sconfitta.
Io volevo riuscire a far pipì come tutti gli altri e mi incaponivo a ...non pisciare mai.

Il problema si è sciolto all'università.
Con Frances già un po' di tempo prima.
Lei sapeva del mio problema e anche se non chiudevo la porta si allontanava dal bagno quando pisciavo.
Io le dissi che non ce n'era bisogno, così potevamo continuare a chiacchierare. Certe volte il problema risorgeva e Frances mi mostrò cosa faceva a Fernando, suo marito, quando non lui riusciva a farla, una sorta di solletico tra il coccige e la schiena che rilassava e aveva un qualche effetto.

Quando doveva fare lei la pipì era molto più facile. Lei si sedeva, e continuavamo a chiacchierare.

Ricordo che una volta mi raccontò di avere risolto un problema di arrossamento di una sua amica, quando stava negli States.
Questa sua amica aveva sempre la patata arrossata, dolorante, irritata.
Fu Frances a chiederle qual era verso col quale si puliva quando andava di corpo, culo fica o fica culo.
L'amica aveva risposto culo fica.
Verrebbe spontaneo anche a me parti da dietro e vieni in avanti.
Così facendo però porti la cacca sulla fica.... che si arrossa.
Il verso giusto è fica culo.

Un po' di saggezza ginecratica...

Oggi a 54 anni piscio che è una meraviglia.
E quando scopro che qualcuno accanto a me ha lo stesso problema che avevo io mi diverto sempre un sacco.


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