Il regista, il film, e l'assistente di Ida Magli.
Nel 1989 torno al festival Cinema Giovani di Torino.
Mi sono trovato così bene l'anno prima che chiedo all'ufficio stampa di alloggiare ancora al Roma.
Mentre faccio check-In la gestione dell'hotel, con la quale avevo già fatto amicizia l'anno prima, commenta che ho avuto sfortuna ad alloggiare lì, visto che, a differenza dell'anno precedente, tutte le proiezioni sono al cinema Massimo, a un chilometro scarso dall'hotel.
Io dico alla concierge che veramente mi ero trovato così bene l'anno prima che avevo chiesto io di alloggiare lì, e che non c'era problema a fare due passi per andare alle proiezioni.
La concierge allora si riprende la chiave che mi aveva già dato e me ne dà un'altra.
La stanza è all'ultimo piano, in fondo a tre corridoi, ma quando la apro è praticamente una casa!
Ha il letto matrimoniale, il bagno con la vasca e un soggiorno con un tavolo rotondo
Il festival dava l'alloggio ma non il vitto e viste le ristrettezze del mi budget non potevo permettermi di cenare al ristorante tutte le sere. Così mi ero dovuto arrangiare. La mattina, in albergo, io prendevo a piene mani dall'abbondante all'inglese, formaggio, uova sode, yogurt, pane, insaccati e me li portavo in camera. Ci aggiungevo di mio un paio di frutti (una pera, una banana) e ci cenavo.
A pranzo me la cavavo con un cappuccino e cornetto.
Così facendo sono potuto rimanere per tutto il periodo del festival concedendomi al massimo un paio di cene al ristorante (alla famiglia turinesa, il più economico della zona, con questo cameriere carino carino tanto sprovveduto, timidissimo con le ragazze figuriamoci quando capì che c'era un cliente che lo corteggiata, mi arrossiva ogni sorriso che gli facevo, un amore!!!).
Dopo già quattro o cinque giorni di proiezioni in una edizione priva di film memorabili, vedo un cortometraggio italiano, girato in Umatic, dalla scarsa definizione, che s'intitola Un incontro nel quale in un parco di Roma, ma potrebbe essere una qualunque altra città, un ragazzo barbuto passeggia da solo per sentieri e stradine, finché incontra un ragazzetto un poco più giovane, lo saluta e gli chiede se vuole fare l'amore con lui. Il ragazzo lo guarda, gli sorride e gli dice, no grazie! e se ne va.
Ingenuo? Forse.
Naïf fino a sfiorare la parodia? Anche.
Ma sincero, diretto, privo di sovrastrutture.
Incontro il regista, Matteo, un ragazzo bellissimo, ma scevro da certe velleità da regista, privo anche lui di sovrastrutture come il suo corto.
Dopo la conferenza stampa ci incamminiamo per le vie di Torino.
Anche lui vive a Roma, e la sua compagna gli ha appena dato un figlio.
Quando esce fuori che studio con Aristarco e Ida Magli lui mi dice che la sua compagna è assistente di Magli.
Io allora lo guardo e gli dico Ma allora mi sa che io ho fatto l'esame con lei. C'era questa giovane col pancione... Allora tu devi essere quel ragazzo brillante che è piaciuto tanto alla (sic!) Magli mi fa.
Magli non faceva mai gli esami a quelli del primo anno.
Però si ricordava dei miei interventi a lezione ed era venuta ad ascoltare il mio esame, senza intervenire, ma se lo sentì tutto.
Mentre rollo la cannettina che l'ho invitato a fumare nella mia stanza d'albergo, gli dico che, fossimo in un film, avrei trovato la coincidenza del nostro incontro davvero poco credibile. Tra l'altro devo a lui se ho trovato lavoro al Centro Studi Cinematografici.
Fu lui a dirmi che cercavano un addetto alla segreteria.
A Roma ci siamo frequentati per un po', sono stato anche diverse volte a cena a casa sua e della compagna. Ma poi ci siamo persi di vista. Io non sono mai stato bravo a coltivare le mie amicizie per cui o sei tu a starmi appresso o io passano gli anni e mi dico sempre che domani ti chiamo...
Quando l'ho rivisto per restituirgli l'Umatic che era rimasto da me per tutti quegli anni suo figlio aveva già 18 anni ed era bello quanto il padre da giovane.
Poi negli anni '90 per forti tagli al budget il festival non dava più l'ospitalità e smisi di andarci.
Niente dura per sempre.
Il festival ancora c'è.
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