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Farsi una famiglia



Quando nonna era in fin di vita per un cancro ai polmoni che la porterà via in sei mesi, le zie venivano in casa più spesso per trascorrere con lei il tempo che le rimaneva assistendola anche, perché nonna aveva avuto un calo fisico improvviso e da persona energica e forzuta tutt'altro che anziana si era trasformata improvvisamente in una persona della sua età.
Venivano a turno zia Clara, Zia Zizzi (diminutivo affettuoso di Enza), Zia Nini (stavolta il diminutivo è di Antonina) e  Zia Liliana, anche se il lavoro la faceva venire di meno e la teneva lontana.
L'unica assente era Zia Maria troppo sposata perché il marito siculo le permettesse di venire dalla madre...

Un pomeriggio che si erano riunite tutte in quella che dopotutto era casa di nonna, Zia Clara, avendo sorpreso Silvia a baciarsi con un ragazzo, aveva indetto una riunione di emergenza nella quale si dovevano stabilire norme gravi e urgenti sulla sessualità di mia sorella.

Io ero rientrato a casa dal laboratorio teatrale e avevo trovato lo ziume in camera da pranzo con Zia Clara che deliberava, delirante, che, data l'incapacità di mia madre di curarsi di mia sorella, a Silvia bisognava  dare la pillola  (per un bacio?).

Siamo nel 1982, mia sorella ha 13 anni, credo che la pillola, soprattutto quelle di allora, fosse, come dire, un tantinello prematura (zia aveva mai sentito parlare di condom?).

Le altre zie stavano a sentire meno convinte e determinate di Zia Clara.

Io intervenni nella riunione a gamba tesa commentano che quello era un golpe ridicolo (mamma non c'era, era a lavoro a fare gli straordinari) che mamma era perfettamente in grado di badare a mia sorella, che la pillola per una tredicenne era un delirio paranoide e che se non la smettevano di impicciarsi di mia sorella erano pregate di lasciare la casa.

Poi, preoccupato per lei, raggiungo mia sorella, che molto teneramente si stava baciando con un ragazzo, dietro l'angolo di casa, all'inizio di un vicolo buio e in discesa e le dico, Silvia scusa se ti disturbo ma in casa è successo un casino Zia Clara ti ha vista che ti baciavi e sta progettando di metterti la cintura di castità. E' meglio se sali.

Mia sorella reagisce come avessi interrotto il coito proprio sul più bello e mi segue imprecando e dicendomi che le avevo fatto fare una brutta figura.
Io mi schernisco dicendole Che dovevo fare? Zia Clara parla di pillola, mi sono preoccupato. E lei risponde Potevi farti i cazzi tuoi.

Sempre cara mia sorella.

In casa Silvia gioca la carta della nipote vergine per la quale il pisello è solamente un legume, nonostante Zia Clara la tratti come Silvia fosse una mignotta navigata.

Una mezzora dopo suonano al citofono.  E' Ernesto, il pischello quindicenne col quale mia sorella si stava baciando, che sollecita il suo ritorno.
Silvia, greve come solo lei sa essere, gli risponde che grazie a quello stronzo di suo fratello, parole sue, non può scendere. Che c'entro io? e le zie?

Ecco, vatti a preoccupare per tua sorella, viene ricoperto di gratitudine.

Invece di apprezzare la mia preoccupazione, di sentirsi in qualche modo tutelata dal mio intervento, mia sorella mi annovera nell'alveo dei cacacazzi quasi avessi parlato io di pillola e non Zia Clara.
Per mia sorella ero un impiccione, come le zie.
Non glielo perdonerò mai.
Sono permalosa, ricordate?

Dieci anni dopo, io sto già con Ulrico, il pomeriggio che ho ritirato le analisi Hiv che sono risultate negative, suonano alla porta.
E' Ernesto che cerca mia sorella.
Bello come allora, anzi, di più. Ernesto è un corridore professionista e ha tutti i tratti dell'atleta.
Basso di statura, un corpo asciutto e armonico, tonico ma non troppo palestrato, Ernesto indossa una camicia sopra il torso nudo, è abbronzato, ha un sorriso bellissimo, come quello di Tom Cruise.

Io dissimulo il mio picco ormonale e gli dico che Silvia non c'è ma che, se vuole, può aspettarla e lo invito cordialmente ad entrare.

Ernesto è sposato e ha anche una bambina piccola.
Che io sappia con mia sorella non ha alcun rapporto se non quello dato dall'amicizia che lega due ex. Ancora non lo so ma mi sbaglio.

Invito Ernesto nella mia stanza e lo faccio accomodare.
Ernesto notando la differenza di stile col resto della mammausoleo si guarda intorno e mi chiede se può curiosare io gli faccio un piccolo tour guidato, senza trascurate l'altarino di foto di Tom Cruise che ho allestito manco fossi un quindicenne.
Quando passa davanti al poster in bianco e nero di un ragazzo nudo ma con la mano che copre il pacco per cui non si vede letteralmente un cazzo, Ernesto commenta dicendo bel ragazzo. 

Non bel poster, o bella foto, ma proprio bel ragazzo.  

Improvvisamente il mio picco ormonale aumenta.

Devo capire.

So da mia sorella che Ernesto non beve, non fuma, ma è un donnaiolo. Lo so non perché mia sorella si sia confidata con me, ma perché se ne lamentava, una volta.

Ignorando il suo commento gli offro da bere gli offro da fumare. Ernesto, come previsto,  declina ogni mio invito. Io lo guardo e gli faccio ammazza non hai nemmeno un vizio.
Lui mi sorride e mi dice beh uno ce l'ho.
- E quale?
- Il sesso 
- Beh quello non è un vizio. Commento.
Dopo il suo commento sul poster mi sento autorizzato a chiedergli solo ragazze o anche ragazzi ? Se risponde solo ragazze ha voluto fare lo splendido.
Ernesto invece mi fa un sorriso ancora più grande e mi risponde anche ragazzi.
Io non mi scompongo e gli chiedo di raccontarmi.
Mi dice del suo migliore amico, col quale si allena dai tempi del liceo col quale ha iniziato a fare sesso  quando lui era già sposato.

Ora che il suo amico si è sposato a sua volta non lo fanno che molto di rado, quando proprio non ce la fanno più a trattenersi.

Gli chiedo se coi ragazzi ci fa solo sesso o se pensa di potersi fare una storia.

Ernesto è molto schietto mi dice che lui è molto più di là (dai ragazzi) che di qua (dalle ragazze) ma che non vuole essere catalogato dalla società.
Che gli sembra più semplice essere sposato e poi andare all'Alibi nel fine settimana che vivere allo scoperto.
Vai All'Alibi?  
Sempre mi risponde.

Vorrei dirgli che mi dispiace che la paura del pubblico ludibrio lo faccia vivere nascosto.
L'importante è che hai trovato un tuo equilibrio mi limito a dire.

Poi col cuore in gola, mentre la mano va già verso il suo pacco, gli chiedo, la voce rotta dal desiderio, ti dispiace se ti accarezzo un po?

Ernesto mi sorride  e mi dice no, non aspetti tempo tu.

Dopo avergli aperto la patta glielo tiro fuori e un secondo dopo glielo prendo in bocca.
Ernesto chiude gli occhi, china la testa all'indietro, concentrato sul piacere che gli sto dando.
Io ripenso a tutte le volte che lo avevo visto da pischello, a quell'aura di bellezza che mi aveva indotto a non provarci con lui. Mi rammarico di avere perso tutti quegli anni e quel momento, adesso, lì, mi sembra ancora più prezioso.
Dopo un po' mi che lo soffiolavoro Ernesto mi dice scusami ma non riesco a concludere.
Io non capisco cosa voglia dire, non riesco a venire, si spiega.
Io non mi adonto e continuo a soffiolavorarlo. Se non raggiunge l'orgasmo non è importante.
Pochi minuti dopo viene, senza dirmi niente.
Io non mi tolgo.

Quella sera, quando chiamo Ulrico dopo avergli detto delle analisi negative, gli dico anche che devo rifarle e gli racconto il perché.
Ulrico, che aveva visto Ernesto una sera che aveva fatto capolino nella mia stanza per dirci ciao, e aveva commentato la sua avvenenza reagisce con un complice moto di invidia -fosse stato geloso, con Ernesto non avrei fatto nulla - e mi risponde stizzito ah hai festeggiato subito!

Qualche giorno dopo Silvia torna a casa con Ernesto.
Poi, mentre lei è al telefono, Ernesto viene a salutarmi.
Mia sorella è nel corridoio. La porta di camera mia è aperta.
Io faccio cenno a Ernesto di farmelo vedere.
Lui inizia a tiraselo fuori. Mi guarda trattenendo una risata. I suoi gesti sono provocatoriamente lenti. Mia sorella parla parla, ignara.
Quando se lo tira fuori è già dritto. Con un orecchio alla conversazione di mia sorella gli faccio cenno di avvicinarsi, gli dò un bacio sulla punta, bagnatissima, poi lui torna sulla porta e rimane col cazzo all'aria e colante.

Le visite di Ernesto iniziano ad aumentare. Sono visite per mia sorella. E' chiaro che lo fanno. Quando  capita, viene a trovare anche me.

Quando lo racconto a Frances, lei commenta seria dicendo che quel ragazzo sta facendo quello che gli ha insegnato la madre.

-Cioè? le chiedo

E Frances: farsi una famiglia.



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