Sei stato uno sciocco, a non venire.
C'è stato un periodo in cui io e Paolo non ci sentivamo.
Non Paolino che usciva con Guendalino. Non Paolo dei baci sul pisello, nemmeno Paolo flusso del quale non sapete niente e chissà mai se ne leggerete qui.
Paolo il mio amico, quello che stava con Elio.
Era successo che Paolo mi aveva improvvisamente detto che non mi sopportava e che preferiva prendersi una pausa dalla nostra amicizia. Io gli avevo detto va bene e non me l'ero presa.
Così per diversi mesi non ci sentimmo e io impedii anche a una nostra amica in comune di farmi raccontare cosa lui faceva: se non me lo diceva lui perché dovevo saperlo tramite terze persone?
Trascorre l'autunno senza che ci sentiamo o vediamo. Il giorno della befana lo chiamo per fargli gli auguri. Era una nostra piccola tradizione e visto che non ci sentivamo dall'estate mi sembrava un gesto non troppo invadente.
Quando Paolo mi risponde iniziamo a parlare come se non fossimo in pausa di riflessione. Mi sembra però imbarazzato perciò gli chiedo se lo è.
Mi spiega che è in imbarazzo perché lui ed Elio stanno dando una festa alla quale ci sono anche tutti i miei amici, il mio ex Ulrico e anche mia sorella!
Non me lo sto inventando.
Non è un sotterfugio da tecnica letteraria o cinematografica. E' successo davvero.
Paolo e mia sorella non si frequentavano, se non tramite me.
Non so come mai quella volta anche lei era andata o era stata invitata.
Anzi mi fa Paolo Silvia ti vuole parlare.
Così, anche se ho chiamato il mio amico Paolo col quale siamo in pausa di riflessione, mi ritrovo al telefono con mia sorella, cosa che all'epoca succedeva molto di rado (come se adesso fosse diverso).
Come stai? Mi fa Silvia. Io che non ho minimamente l'intenzione di essere il topo del suo gioco felino le chiedo subito cosa volevi dirmi? Eh fa lei (mia sorella inizia sempre le frasi con un "Eh" didn't she?) sei stato sciocco a non venire a causa di Giancarlo. Qui ci stiamo divertendo tutti.
Giancarlo, quello che non mi ama e non è attratto fisicamente da me, ricordate?, era il migliore amico, nonché coinquilino, di Elio, il ragazzo di Paolo. Vivevano tutti e tre nella stessa casa. Così succedeva spesso che a cene dove c'era Paolo c'era anche Giancarlo.
Io non avevo nulla da ridire se i miei amici frequentavano Giancarlo o ci andavano a letto o ci si fidanzavano.
Non pretendevo certo non lo invitassero per principio, perché lui aveva lasciato me.
Però se volevano avere me alla cena, Giancarlo non doveva esserci. Che non si dispiacessero se altrimenti declinavo l'invito.
Ulrico, il mio ex, molto amico di Paolo, una sera che gli avevo spiegato questo semplice principio, mi aveva risposto, molto infastidito e io come faccio a invitare Elio senza invitare Giancarlo?
Quindi non era per amicizia che ci teneva alla presenza di Giancarlo, era piuttosto una questione di etichetta borghese.
Al che a Ulrico gli avevo risposto che se per lui era più importante rispettare l'etichetta piuttosto che evitare un dolore a me doveva forse chiedersi quanto ci tenesse a me e alla nostra amicizia...
Io non mi sottraevo a Giancarlo per motivi di principio, anzi coi miei ex ho sempre avuto ottimi rapporti se mi è stato possibile, quando me lo hanno concesso e, beninteso, quando andava a me.
Se mi sottraevo a Giancarlo è perché a vederlo ci stavo male.
Al mio dolore non ci pensava mai nessuno. Se non volevo vedere Giancarlo non era per tutelare me ma per cacare il cazzo a loro.
Immaginatevi l'istante.
Mia sorella è al telefono, a casa di Paolo, in sottofondo il vociare della festa. Io sto in camera mia, da solo, perché anche Guendalino è a quella festa!, e lei, mia sorella, la stronza, con la voce delle grandi occasioni, in modalità magnanimità, mi sta facendo capire dove sto sbagliando e perché, mentre in realtà la sua spiegazione è solo il corollario del suo autopercepito successo sociale perché lei è alla festa dove dovrei esserci anche io mentre io non ci sono.
E secondo lei non ci sono non perché non sono stato invitato perché sono momentaneamente bandito, cosa che evidentemente ignora, e la cosa mi sta bene così, non ci sono perché ho deciso scioccamente di non venire.
Fossi in presenza di mia sorella, giuro su dea, la strangolerei con le mie stesse mani.
Ho già detto che sono permalosa.
Non sono arrabbiato perché Paolo non mi abbia invitato. Credo che ognuno alle sue feste inviti chi cazzo vuole. E poi eravamo in iato di che mi sarei dovuto arrabbiare ancora?
E' che odio essere giudicato per quello che faccio. Odio soprattutto di dover correggere chi mi sta giudicando erroneamente.
Odio dovergli dire che non conosce i fatti.
Che se mi sto comportando in un certo modo non è per i motivi che crede e mi attribuisce ma per tutt'altra ragione.
E che non ho nessuna voglia di spiegargli quale.
Perché deve farsi una strapadellata di cazzi propri.
Quando mi trovo in questa posizione mi manca il respiro dalla rabbia proprio come succedeva a mamma. Anche se io cardiopatico non sono.
E pensare che per la mia terapeuta io con mia sorella ho un problema di comunicazione, è che non riesco a vedere le cose dal suo punto di vista... Che, insomma, poverina, mica è colpa sua se non sapeva che io e Paolo eravamo in pausa.
Prova a vedere le cose dal suo punto di vista Ale. E' solo un'idea.
State ferme mani, per oggi vi siete date da fare anche troppo!
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