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Al Planetario non ci sono più i militari


Di recente mia sorella, in un suo tentativo di farmi un complimento, spiegava a mio cognato quanto, quando ero piccolo, mamma cercasse in tutti i modi di stimolare la mia intelligenza.

Io la sto a sentire solo a metà, concentrato come sono a giocare con mia nipote di 5 anni che  per chiamarmi mi tocca, mi strattona, ripete zio ogni due secondi.
Mia sorella e anche mio cognato sono un continuo profluvio di interdizioni: non fare così; lascia in pace zio, non si strattonano le persone...
Io non sono affatto scocciato, trovo del tutto naturale quello che mia nipote mi fa. Anzi quando mi strattona io amplifico, esagerandola, l'onda del suo strattonamento facendo finta di non riuscire più a fermare il mio corpo e mia nipote ride, ride...
Mia sorella e mio cognato, che su per il culo devono avere non un manico di scopa ma il sostegno della monorotaia magnetica della metropolitana di Tokyo, se ne stanno lì schiacciati nel loro ruolo di genitori borghesi pronti a elargire dei non si fa non si dice... totalmente incapaci però di sporcarsi i vestiti per giocare con lei.
Non sono certo nella posizione di poter dare consigli di puericultura a chicche-e-sia  però li trovavo snervanti e dannatamente tristi.

Io e mia nipote li ignoriamo continuando a parlare e scherzare e giocare. E poi mia sorella se ne esce fuori con questa cazzata dell'endorsement di mamma.

Allora informo mia nipote che smetterò di giocare con lei per qualche minuto perché  devo dire una cosa a sua mamma e di non preoccuparsi se alzerò la voce. Noi grandi, le spiego, talvolta alziamo la voce proprio per dimostrare che siamo grandi.
Poi mi giro verso mia sorella e cerco di ripristinare un minimo di verità storica.

Mia madre non mi ha mai stimolato un bel niente.
Trovava i miei interessi sempre troppo marginali, o strani, o ridicoli, o tutte queste cose insieme.
Non mi ha mai detto bravo! Io mi sarei accontentato anche di un fai come ti pare non me ne importa niente.
Invece aveva sempre da ridire. Ma cosa leggi? Cosa indossi? Con chi esci? Perché non esci? Quando torni? Cosa hai detto? E che vuol dire? Ma che sciocchezza è questa?!

Così la conferenza del professor Cialdea al Planetario (quando era ancora all'aula ottagonale delle terme di Diocleziano) diventa una tragedia, con tanto di lagrime e di Non andare, ti prego!!!!

Pare che negli anni 70 il Planetario fosse un cinema doveh la sera i militari ci cercassero rogna (gergo materno che voleva dire che erano disponibili al sesso).
Secondo mamma la mia conferenza mi esponeva al rischio della lussuria di anonimi malintenzionati.

MAGARI!

Le dovetti mostrare il programma della serata per convincerla che non c'erano militari, ma astrofili.

Un'altra volta ricevo una chiama dal Cidi (Centro Iniziativa Democratica Insegnanti) che voleva invitarmi a un qualche loro evento.
Avevo dato loro il numero di telefono di casa quando ero andato a sentire una conferenza di Livio Gratton, del quale avevo letto Relatività, cosmologia, astrofisica della Boringhieri e Guardiamo il cielo che era stato uno dei miei libri di guida all'osservazione astronomica.

Dal vivo Gratton era stato fantastico, sapeva intrattenere il pubblico e non si parlava mai addosso.

Non saprò mai a cosa mi stesse invitando il Cidi perché alla telefonata rispose mia madre.

Io ero seduto in cucina e sentii solo le sue affermazioni. Quelle dall'altro capo del filo le potete facilmente immaginare.

- Pronto?

- Chi lo desidera? 

- Chi??? 

- Insegnanti??? Ma mio figlio non è un insegnante!!!! Va ancora al liceo e non compra niente!

E mamma riaggancia la cornetta.

Mentre cerco di spiegarle che probabilmente volevano invitarmi a una conferenza e che la conferenza era gratis, lo sapevo perché c'ero già andato una volta, lei si arrabbia ancora di più, iniziando a strozzarsi. Le capita quando l'ansia la fa strillare e comincia a mancarle il respiro.  Dopo essersi ripresa commenta che è  strano che alle conferenze dei professori facciano entrare anche i ragazzini (parole testuali sue).
Comunque è senz'altro qualcosa di poco normale ed è meglio non vada più.
Alla faccia del sostegno, come millanta mia sorella.

Dopo di che smetto di imbruttirle e torno a giocare con mia nipote che mi dice Zio, finalmente!

Mentre scrivo mi rendo conto di quanto mia sorella sia identica a mia madre.

Subito prima della bugia su nostra madre che mi stimolava e sosteneva culturalmente, avevo raccontato a mia sorella di avere ricevuto i complimenti dall'Istituto Superiore della Sanità per un articolo che avevo pubblicato sulle Ist.
Chiunque altro al mondo avrebbe detto ammazza Ale che bello! Bravo! Complimenti! Immagino sarai contento! O tutte le varianti che vi vengono in mente.

Sapete mia sorella cosa mi dice?

Che l'ISS non faceva bene il suo lavoro se contava sugli scritti miei invece di avere loro un ufficio stampa per scrivere loro i propri articoli.
E perché poi proprio i miei di articoli e non quelli di altri giornali?

Ignoro quali associazioni mentali l'abbiano portata a una risposta che per me rimane priva di ogni fondamento logico  e ostile.

Francamente I don't give a damn.

Però che inutile fatica, no?





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